Devo dire che questa cosa è passata piuttosto in silenzio: solo al momento dell'accesso alla macchina, dopo l'installazione, gli utenti amministrativi si sono resi conto che qualcosa era cambiato nella gestione della configurazione delle schede di rete. Al momento in cui sono andati, abitualmente, a cambiare le configurazioni del file /etc/network/interfaces/
si sono trovati questo testo inserito, in cima al file, come commento:
# ifupdown has been replaced by netplan(5) on this system. See # /etc/netplan for current configuration. # To re-enable ifupdown on this system, you can run: # sudo apt install ifupdown
che tradotto suona più o meno:
# ifupdown è stato rimpiazzato da netplan su questo sistema. # Controlla /etc/netplan/ per la configurazione corrente. # PEr riattivare ifupdown su questo sistema puoi eseguire: # sudo apt install ifupdown
Per altro scordandosi di avvisare che se netplan
non viene disinstallato, ifupdown
può andare incontro a problemi piuttosto antipatici, in fase di esecuzione.
Quindi Ubuntu ha deciso, mi pare in maniera unilaterale, di passare da un sistema di gestione di rete ad un altro. A detta loro per standardizzare e semplificare la gestione… Io, sinceramente, non sono molto d'accordo, ma questo, con questa pagina, non ha molto a che fare, per cui cominciamo a vedere come si fa!
Durante l'installazione, io uso sempre versioni server LTS6), il sistema quando arriva alla fase di configurazione della rete della macchina, permette di configurarla a nostra scelta: o DHCP
, o IP statico. Se avete scelto IP statico, allora avete già risolto il problema: dovete solo fare un bel
man netplan
per studiarvi il nuovo comando, e le sue possibili configurazioni; se invece avete scelto DHCP
, per qualsivoglia motivo, e volte passare a IP statico, allora continuate a leggere.
Le configurazioni di netplan
sono scritte in file nella cartella /etc/netplan
, quindi il vecchio file /etc/networks/interfaces
non ci interessa più. Spostatevi in /etc/netplan
e fate un bel ls -la
: dovreste trovare un file li dentro, che ha quelle poche righe, necessarie, per configurare la scheda di rete in modalità DHCP
.
Copiatevi quel file nella vostra cartella personale, così da averne una copia di sicurezza. Il file potrebbe essere: 50-cloud-init.yaml
oppure un altro nome simile. Unica cosa sicura: avrà l'estensione .yalm
Apritelo e svuotatelo: sarà più veloce che non cercare di sistemarlo, trasformandolo in base alle vostre esigenze.
Una volta vuoto, riempitelo in questo modo:
network: ethernets: enp0s3: ## Nome della scheda di rete addresses: - 192.168.1.80/24 ## Indirizzo statico che volete assegnare - 192.168.1.81/24 ## Indirizzo statico che volete assegnare gateway4: 192.168.1.254 ## Gateway per questa scheda nameservers: addresses: - 8.8.8.8 ## Primo server DNS - 208.67.222.222 ## Secondo server DNS search: - vostro.dominio ## modalità di ricerca optional: true ## opzionale: valore bolelan quindi o true o false version: 2
Alcune considerazioni:
CDIR
quindi 0.0.0.0/24
;DNS
;false
, ma viene consigliato di configurarlo su true
. Il parametro optional indica se la macchina deve attendere che sia terminata la configurazione della scheda di rete, durante il boot, o se può proseguire fregandosene del risultato positivo, o meno, della configurazione stessa. Con true
si afferma che la configurazione della scheda di rete risulta opzionale rispetto al processo di boot, per cui anche non andasse in porto, il boot può proseguire.Quindi una configurazione pulita di un file di configurazione, per una classica scheda di rete con un solo IP statico, risulterebbe cosi:
network: ethernets: enp2s0f0: addresses: - 192.168.1.250/24 gateway4: 192.168.1.1 nameservers: addresses: - 208.67.222.222 search: - jcsu.eu - jsch optional: true version: 2
Basta ricordarsi i comandi, e le indentazioni (alla faccia del più standard e più comodo!).
Finita la parte di configurazione, netplan
permette di fare un test per verificare se la nuova configurazione sia corretta o meno, senza farvi perdere la connessione se siete collegati via ssh.
Eseguite il comando
netplan try
e se tutto è configurato correttamente avrete un risultato simile a questo:
Warning: Stopping systemd-networkd.service, but it can still be activated by: systemd-networkd.socket Do you want to keep these settings? Press ENTER before the timeout to accept the new configuration Changes will revert in 117 seconds
NetPlan vi dà 120 secondi per decidere se volete provare, o meno, quella configurazione: se premete INVIO/RETURN
verrà testata, se fate CRTL-C
, il test verrà interrotto.
Se durante il test avviene un errore, questo è il tipo di segnalazione che potreste ricevere:
Error in network definition //etc/netplan/50-cloud-init.yaml line 9 column 12: address '192.168.1.80' is missing /prefixlength An error occured: the configuration could not be generated Reverting.
In questo caso specifico, per far generare l'errore, avevo impostato l'IP in formato tradizionale e non CDIR
per cui netplan
mi segnala a che riga, e da che carattere, si è presentato l'errore, segnalandomi anche il tipo di errore che è avvenuto.
Se invece non viene rilevato nessun errore avremo questa risposta:
Configuration accepted.
Ossia che la configurazione e valida ed accettabile.
ATTENZIONE: il test non apporta alcuna modifica ad alcun file di configurazione per ora. Per apportare definitivamente le modifiche impostate, nel file di configurazione, dovete dare un ultimo comando:
netplan apply
Solo all'uscita, senza errori da questo comando, la nuova configurazione sarà operativa e verrà caricata pari, pari, al prossimo riavvio.
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— Joseph Curto 2018/07/11 12:13 — Ultima modifica 2023/07/28 09:08